La Sig.ra Caia, nell’ottobre del 2014, si sottoponeva ad un intervento di isterectomia presso un Ospedale romano.
A causa di perdite di urina dalla vagina, si recava presso l’ambulatorio ginecologico del predetto Ospedale dove veniva sottoposta a cateterismo vescicale a permanenza.
Seguivano quattro ulteriori accessi presso un diverso Ospedale per diverse complicanze (ostruzione del catetere e cistite; difficoltà nella minzione; per ritenzione acuta urine e febbre).
Dal momento che una Uro-Tc che documentava un tramite fistoloso vescico-vaginale con stravaso di mdc in vagina, veniva ricoverata per intervento chirurgico di riparazione laparoscopica della fistola vescico-vaginale iatrogena e dimessa con catetere vescicale.
FISTOLA VESCICO-VAGINALE COME CONSEGUENZA DELL’ISTERECTOMIA ESEGUITA MALE
Solo dopo diversi mesi a Caia veniva rimosso definitivamente il catetere, lasciando quali danni permanenti una sensazione di vescica piena a cui segue minzione scarsa, assenza di stimolo alla minzione ed episodi di infezioni urinarie ricorrenti.
Nel caso in esame, l’intervento di isterectomia è stato eseguito in modo tecnicamente scorretto e Caia ha subito una lesione vescicale che non è stata riconosciuta e diagnostica in sede intra-operatoria mediante controllo dell’integrità del viscere ed ha condotto alla formazione della fistola, con tutti i pregiudizi che ne sono conseguiti.