La terapia del distacco di retina è di tipo chirurgico, tra cui l’intervento di vitrectomia, e si basa sul rilascio della trazione vitreale sulla retina e nella chiusura della rottura che è causa del distacco.
Esistono sostanzialmente due tipi d’intervento:
- la chirurgia vitreale (vitrectomia), effettuata dall’interno del bulbo oculare
- la chirurgia sclerale, effettuata dall’esterno dell’occhio.
L’intervento di vitrectomia è generalmente riservato ai casi di rotture che si presentano particolarmente gravi, ai casi recidivati ovvero ai casi connotati da proliferazione vitreo retinica.
La chirurgia sclerale, oltre a presentare il vantaggio, rispetto all’intervento di vitrectomia, di una minore incidenza di complicanze e di cataratta, essendo meno invasiva e maggiormente rispettosa dell’anatomia dell’organo, viene generalmente impiegata nei casi più semplici e nei primi interventi. Secondo la letteratura scientifica ha una percentuale di successo di circa il 90%.
DISTACCO DELLA RETINA E DECISIONE DI INTERVENIRE CON VITRECTOMIA
La sig.ra Caia, percependo un’ombra nel campo visivo di un occhio, si reca dal proprio oculista di fiducia il quale, all’esito della visita, riscontra un distacco retinico da rotture temporali e consiglia intervento chirurgico.
Caia viene, quindi, ricoverata presso un Ospedale lombardo e sottoposta a intervento di vitrectomia parziale. Purtroppo l’intervento non riesce e Caia viene sottoposta ad altri 4 interventi.
Dopo il quinto intervento, vengono constatate: sempre una recidiva di distacco retinico e, come complicanze insorte, una cataratta e una proliferazione vitreo retinica (PVR).
I sanitari decidono di inviare la paziente presso un centro di alta specializzazione poco distante.
I sanitari del nuovo Ospedale iniziano l’ennesimo intervento ma nel corso dell’operazione constatano che la retina ha scarse possibilità di mobilizzazione e decidono di sospendere l’intervento.
CONSEGUENZE PERMANENTI E INVALIDANTI A SEGUITO DELL’INTERVENTO DI VITRECTOMIA
La sig.ra Caia, a causa degli interventi cui è stata sottoposta, ha subito lesioni funzionali permanenti ed invalidanti con conseguente perdita totale della funzione visiva di un occhio.
Dopo l’acquisizione di una perizia medico-legale che ha confermato la fattibilità di una causa, si è richiesto alla struttura sanitaria il risarcimento dei danni per la sig.ra Caia, contestando diversi profili di responsabilità.
- Innanzitutto, la scelta della tecnica chirurgica: essendo il caso di Caia non complesso, trattandosi di distacco retinico primario con rotture temporali, si ritiene che la scelta di intervenire mediante chirurgia vitreale sia stata una scelta eccessiva. Per converso, intervenire mediante chirurgia sclerale avrebbe avuto, con molta probabilità e secondo le statistiche scientifiche, un esito migliore.
- In secondo luogo, è stata contestata la correttezza tecnica degli atti operatori che hanno aggravato incredibilmente la condizione di partenza della sig.ra Caia sino a determinare la perdita della funzione visiva dell’occhio.
- In ultimo, si contesta il fatto che i sanitari del primo Ospedale avrebbero dovuto prendere consapevolezza che il proprio operato non era stato adeguato prima di praticare ben 5 inutili interventi chirurgici e avrebbero dovuto ben prima segnalare ed indirizzare la paziente verso il centro di alta specializzazione. Una volta ricoverata presso quest’ultima struttura, la situazione clinica della sig.ra Caia era oramai irrimediabilmente compromessa, tanto che i sanitari del nosocomio si vedevano costretti ad interrompere l’operazione.