Sapevi che hai diritto al risarcimento dei danni per infezione contratta in ospedale se ti ha causato lesioni fisiche o ripercussioni negative in ambito lavorativo e/o familiare?
Il problema delle infezioni ospedaliere, che a prima vista sembrerebbe essere un problema banale, è invece un problema grave e particolarmente delicato nella prospettiva del paziente perché può essere fonte di: malattia aggiuntiva, lesioni fisiche permanenti, dolore, sofferenza, prolungamento dell’ospedalizzazione, con tutti i problemi e i disagi ad esso correlati, pericolo di mortalità, disabilità o handicap, che possono incidere negativamente sul lavoro, sulla famiglia, sulla qualità della vita.
Ma partiamo dal principio e chiariamo cosa si deve intendere con l’espressione “infezione contratta in ospedale”.
È da considerarsi tale l’infezione che il paziente contrae in ospedale durante il ricovero e che non era presente, nemmeno in fase di incubazione, al momento del suo ingresso nella struttura sanitaria. Le infezioni che si manifestano più di 48 ore dopo l’ingresso in ospedale sono solitamente considerate infezioni ospedaliere.
Le ultime stime dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che in Italia circa 500mila pazienti ricoverati l’anno contraggono un’infezione in ospedale e il 3% di questi pazienti infettati addirittura ne muore.
Sempre statisticamente, sembra che le infezioni contratte in ospedale si localizzano principalmente in quattro aree: tratto urinario, ferite chirurgiche, tratto respiratorio e setticemie.
I fattori maggiormente rilevanti che vengono associati alle infezioni ospedaliere sono:
- quelli legati al paziente (immunodeficienze, leucemie e linfomi, diabete mellito, insufficienza renale cronica, alcoolismo, tossicodipendenze, obesità, ustioni estese e politraumi: le fasce di età al di sotto dei 10 anni ed oltre i 65 anni sono quelle maggiormente colpite dalle infezioni ospedaliere);
- quelli legati alle procedure assistenziali (trattamento con immunosoppressori, terapia antibiotica, procedure invasive a scopo diagnostico o terapeutico: interventi chirurgici, tubi endotracheali, respiratori artificiali, cateteri urinari e venosi);
- quelli legati alle caratteristiche organizzative (durata della degenza, carenza di personale alta densità di malati, operazioni svolte in preparazione preoperatoria).
Un dato molto interessante, anche ai fini di un giudizio di risarcimento dei danni, e che oggi si ritiene condiviso a livello internazionale è quello secondo cui il 30% delle infezioni ospedaliere sarebbe prevenibile se fossero attuate correttamente le fasi di prevenzione, controllo e gestione del fenomeno.
Infatti, uno studio condotto negli Stati Uniti, lo Study on the Efficacy of Nosocomial Infection Control (SENIC), ha dimostrato che laddove fossero adottati programmi efficaci (un sistema di sorveglianza; una infermiera addetta al controllo delle infezioni ogni 250 posti letto; un medico epidemiologo addetto; rapporti periodici per i chirurghi sul loro tasso di infezioni) si potrebbero prevenire fino al 32% delle infezioni ospedaliere globalmente considerate.
L’igiene delle mani degli operatori sanitari è da sempre considerata la principale misura per ridurre le infezioni. La pratica del lavaggio frequente delle mani da parte degli operatori sanitari è una pratica tanto banale quanto efficace, pensa che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, considerata la sua importanza, ha elaborato delle apposite linee guida sull’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria.
Ora che ti ho fatto questa rapida panoramica sulle infezioni ospedaliere, è arrivato il momento di parlarti di come puoi ottenere il giusto risarcimento dei danni per infezione contratta in ospedale.
A tal proposito deve darsi conto sia della normativa nazionale – il Ministero della Salute italiano ha elaborato due circolari in tema di lotta contro le infezioni ospedaliere: la n. 52 del 1985 (istitutiva dell’organo denominato Comitato per il Controllo delle Infezioni Ospedaliere – CIO) e la n. 8 del 1988 (in cui viene riportata la metodologia per la definizione e la diagnosi delle infezioni ospedaliere più comuni, nonché vengono delineati specifici sistemi di sorveglianza da adottare) – sia degli obiettivi previsti dai Piani Sanitari Nazionali, nonché delle particolari esperienze regionali (per il Lazio vedi le “Linee di indirizzo regionali per la stesura del piano di risk management (parm): gestione del rischio clinico e delle infezioni correlate all’assistenza”).
Ciò che ti interessa sapere è che, tra gli obblighi che la struttura sanitaria ha nei confronti del paziente non c’è solo la prestazione di fornire le cure in vista della guarigione, ma anche quella di garantire l’utilizzo di locali e strumenti idonei sotto il profilo igienico per evitare che il paziente possa essere esposto a batteri infettivi.
In base ai principi che regolano lo specifico settore della responsabilità sanitaria, al fine di ottenere il risarcimento dei danni per infezione contratta in ospedale, quello che devi sapere è che devi dare la prova:
- di essere stato ricoverato nella struttura sanitaria (prova che sarà facilmente data mediante la cartella clinica);
- di aver avuto un aggravamento della patologia di ingresso oppure di averne contratta una nuova in conseguenza dell’infezione presa (per dare questa prova avrai bisogno di ottenere una consulenza medica specialistica).
La questione che, tramite la consulenza medica specialistica, devi, inoltre, risolvere prima di intraprendere una causa per risarcimento dei danni per infezione contratta in ospedale è la seguente: l’infezione contratta era prevedibile e anche prevenibile (oppure rientra in quella percentuale di casi che la scienza medica ritiene essere eventi che possono sfuggire ai controlli di sicurezza)?
Se la risposta è affermativa e la struttura sanitaria non è in grado di provare di aver fatto tutto quanto la scienza del settore ha elaborato per evitare o quanto meno ridurre al massimo il rischio di contaminazione, allora di certo avrai la possibilità di ottenere un giusto risarcimento dei danni subiti.
Infatti, la struttura sanitaria per non incorrere in responsabilità dovrà dare la prova documentale di avere posto in essere ogni cautela e precauzione funzionale, strutturale e di metodo, al fine di realizzare e mantenere costante un’ottimale sanificazione della struttura, dei locali, degli ambienti, dei mezzi e del personale addetto; dovrà anche, a seconda dei casi, dare la prova di aver eseguito a beneficio del paziente una corretta profilassi antibiotica.
Quindi, se sei stato vittima di un contagio infettivo in ospedale che ti ha causato sia danni fisici, sia ripercussioni negative in ambito lavorativo e/o familiare, allora pensa seriamente al fatto di poter essere risarcito, CHIAMAMI ORA per una VALUTAZIONE GRATUITA del tuo caso…
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